A quest’oggi non so come ci sono arrivato ancora vivo vegeto e con mia moglie e Colui che ci sovrasta.
Ho passato quindici anni dove la luce che intravedevo o il pensiero che mi facevo era il sepolcro. Non riuscivo più a immaginare qualcosa di positivo per la mia vita. La mia luce era mia mamma, donna dalle forte braccia e da un amore smisurato nella sua maniera.
Ma io ero collassato, avevo causato al mio corpo e alla mia psiche traumi imponenti dove fino a qualche giorno fa non vedevo alcuna minima soluzione.
Nella mia gioventù ho passato dei bei momenti felici attorniato da amici e ragazze.
Il bello della mia gioventù si trasformò in buio pesto da un momento all’altro e anche se la mia lotta era ferrea per riuscire a ritornare alle mie origini giovanili, avevo come se fosse tutto il mondo sopra e sotto contrario, come se non volevano che arrivassi al così dire oggi.
Mia moglie oggi si confidò con me dopo lunghi anni di silenzio e mi disse che ho sconfitto la morte senza perdere la speranza.
Anni di lunghissima sofferenza patì e senza spiraglio di guarigione, oggi, presentandosi mia moglie e dicendomi che ormai tutto è passato, non dico che sono felice perché ancora porto tutto il trauma subito, però sono sollevato dal pensare che non è stata vama né la lotta né la speranza di guarigione.
Non sono guarito come quando ero giovane, ma non ho più brame di giustizia che portano conflitti e soprusi.
Di questo oltre mia moglie e Chi ci sovrasta devo ringraziare e non ho fatto ancora abbastanza mia madre che con i suoi modi mi ha elargito il cuore al bene.
Questa lettera la manterrò viva nei ricordi, sia per ringraziare Colui, mia moglie che mai si distaccò da me e mia mamma che mi è stata ogni giorno vicina.
Il bene ha trionfato sul male!